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I futuristi, cantori del movimento, si associano nell'immaginario comune con un continuo viaggiare nello spazio, in uno stato di ebbrezza che solo la velocità può provocare. Nei primi anni della loro attività artistica i futuristi esaltano l'automobile o il treno, e ben presto rivolgono tutta la loro ammirazione verso l'aereo (aeropoesia, aeropittura, aeromusica, aerosillografia, teatro aereo). Il Veicolo diventa un Idolo e la Velocità - una nuova Dea, indispensabile per colmare almeno in parte la lacuna creatasi dopo la morte del tradizionale Dio cristiano1.
Nonostante tanto amore per il muoversi, il viaggio futurista, diversamente da tanti altri viaggi, non è sottoposto all'obiettivo di conoscere il mondo esterno. È' un viaggio intrapreso soprattutto per ripristinare la sensualità umana (trattata con tanta diffidenza dalla cultura cristiana), e allo stesso tempo un viaggio spirituale verso l'essenza dell'essere, verso l'Assoluto e verso l'uomo in quanto parte inseparabile di quell'Assoluto. Contemporaneamente rappresenta un cammino verso una nuova percezione della realtà, perciò avviene anche nella dimensione estetica e i futuristi dimostreranno l'interessamento ad essa con numerosissime sperimentazioni formali: nella poesia si serviranno dell'analogia; nella pittura si daranno alle ricerche del dinamismo; nel teatro - basandosi sulla simultaneità e compenetrazione, e facendo rivivere la romantica corrispondenza tra le arti - contribuiranno a una rivoluzione estetica della scena.
Un fondamento filosofico di questa particolare attenzione dei futuristi riguardante il movimento (preferibilmente in su, verso le stelle) in quanto continuo modificare/modificarsi e co-creare/co-crearsi si ritrova facilmente nel bergsonismo che ha influito in modo particolare sull'atteggiamento filosofico ed estetico futurista. In L'évolution créatrice Bergson sottolinea che ogni momento della vita dell'uomo è una specie di creazione che modifica chi crea. Dunque creare significa crearsi. E meglio si capisce ciò che si fa, più riuscito è il processo di autocreazione2. Bergson unisce questo attivismo con una nuova concezione della realtà in quanto durata e fluidità continua. Per chi gli ha creduto, vivere vorrà dire immergersi in essa.
Il bergsonismo non è stato comunque né l'unico né il primo stimolo del viaggiare futurista concepito come superamento del visibile e come modificazione di base dello status ontologico dell'uomo nuovo. Il ruolo principale nella formazione filosofica o almeno ideologica di molti intellettuali e artisti di quel tempo deve essere attribuito anche all'occultismo3, un grande mito positivo che non evitava...