Antonio Bellingreri (ed.), Lezioni di pedagogia fondamentale, Brescia, ELS La Scuola - Morcelliana, 2017, pp. 543
Una delle case editrici italiane storicamente interessata ai saperi pedagogici, La Scuola, di Brescia, ha recentemente consegnato alle stampe un volume di quelli che non sembrano essere piü graditi, per diversi motivi. Il primo e il numero di pagine, poiché il testo curato da A. Bellingreri consta di ben 543 pagine. Ormai, sul mercato del libro scientifico concernente le scienze umane, i volumi pare debbano essere presentati come "agili": un centinaio di pagine o poco piü, per essere forse piü facilmente fruibili, usati, "consumati" o, piü probabilmente, economicamente accessibili. Il secondo riguarda l'impostazione dei contenuti del libro, che non include un'appendice documentaría o la descrizione di laboratori ed esperienze educative, ormai corollario obbligato di saggi che non riescono a mantenere l'interpretazione esclusivamente a livello teorico o teoretico. Il terzo concerne il fatto che, pur avendo un unico curatore, il volume si compone di saggi a firma di quattro studiosi che hanno elaborato le sue diverse parti tramite un lavoro di coordinamento, dialogo, scambio e condivisione. Questo tipo di studio compartecipato risulta sempre piü raro; si scrive per un libro "a cura di" con un proprio saggio, senza conoscere il contenuto degli altri saggi che comporranno il volume stesso, ovvero senza discuterne insieme il progetto, i presupposti, il fine. Il quarto motivo, ma forse il primo per importanza, che potrebbe provocare sospetti in chi prendesse il libro in mano e il titolo, latore di due termini desueti come il sostantivo Lezioni e l'aggettivo fondamentale che serve a qualificare l'idea di Pedagogia che desiderano proporre e presentare gli autori.
Perché Lezioni, per oltre 500 pagine, di pedagogia fondamentale? Ad un lettore avvezzo alla letteratura scientifica si presenta subito VIndice con la sua particolareggiata articolazione. Si tratta di 24 Lezioni capaci di affrontare differenti temi, suddivisi, a loro volta, in sei piü ampie Unita, due a carattere specificamente teorico (la terza e la quarta), le altre di contenuto volto ai mondi esistenziali. Ogni Unita e corredata dalla propria Bibliografia finale e non e mai sviluppata completamente da un unico autore né da tutti e quattro gli studiosi in contemporanea.
La logica che vede trattare gli aspetti epistemologici della Pedagogia nelle parti centrali del volume non risulta immediatamente evidente. A tale proposito si manifesta come necessaria la lettura della lunga Introduzione del curatore A. Bellingreri, professore ordinario di Pedagogia generale e sociale nell'Universitå degli Studi di Palermo, ove ha fondato, con le coautrici di questo lavoro, il "Seminario pedagogico", presso il Dipartimento di "Scienze psicologiche, pedagogiche e della formazione". La pratica di un dialogo continuo, di una discussione dialettica e di una costruzione compartecipata del discorso scientifico sviluppa poi l'emergenza di dare forma scritta ai presupposti teorici e pratici condivisi: a Lezioni di pedagogia fondamentale e sotteso tutto ció. Inoltre, da docenti universitari si origina anche l'esigenza di rendere chiari i prodotti del proprio pensiero agli studenti, destinatari dichiarati del presente volume, particolarmente quelli dei corsi accademici di "Scienze della formazione primaria" e di "Scienze dell'educazione". Tale intento non esclude che la lettura di pagine atte ad approfondire quanto concerne la pedagogia non debba interessare cultori di altre scienze che sono comunque investite da istanze educative, a diverso titolo, non strettamente accademico, soprattutto nel momento in cui gli autori si propongono di scendere ai fondamenti della scienza amata.
Questa e l'intenzione, gia dichiarata nel titolo: individuare, presentare, analizzare come la pedagogia possa essere una ?specifica scienza che studia [...] i fondamenti dell'educazione, ossia i temi o problemi di fondo di ogni fenomeno educativo? (p. 6). Infatti, le prime quattro Unita offrono una ?riflessione sulla pedagogia fondamentale?, attraverso una mappatura storico-sociale del ?fenomeno "educazione"?, una elaborazione problematica sulla genesi della pedagogia in senso sia di scienza sia di pratica, una puntualizzazione epistemologica, un'apertura al dialogo interdisciplinare muovendo da una pedagogia di stile ?fenomenologico-ermeneutico?. Le altre due Unita presentano, invece, una ?riflessione di pedagogia fondamentale?, mediante l'individuazione di bisogni, consegne, ideali educativi e l'attenzione alla relazionalita generativa, típicamente empatica.
Antonio Bellingreri, Giuseppina D'Addelfio, Livia Romano e Maria Vinciguerra alternano i loro saggi che s'inseguono, senza sovrapporsi, ma riportando concezioni pedagogiche condivise. Ciascuno, con il proprio stile di pensiero e di scrittura, presenta contenuti a matrice ora storica, ora politico-sociale, ora esistenziale. Lo stile di ricerca vuole essere quello fenomenologico-ermeneutico, con figure di riferimento quali E. Husserl, M. Heidegger, H. Arendt o P. Ricoeur. Le due prospettive filosofiche, alle quali fa capo tale stile, sembrano potenziare la propria fecondita, innestandosi l'una nell'altra. Infatti, nel corso del volume, viene costruendosi una ?circolarita dialettica? (p. 23) che desidera cogliere le presupposizioni fenomenologiche nel discorso critico dell'ermeneutica (p. 299 e ss.) e, viceversa, quelle ermeneutiche nelle istanze storiche ed esistenziali della fenomenologia (p. 303 e ss.). Tale scelta euristica nasconde un piu profondo intento, annunciato nelle prime pagine del volume stesso: ?porre il problema della verita all'interno della pedagogia? (p. 23). Ad esso si accompagna l'?intuizione? che l'educazione sia ?avvenimento della persona?, espressione propria del ?senso? e della ?verita della relazione educativa? (p. 24) alla quale s'interconnette l'esigenza educativa quale ?bisogno fondamentale della persona? (p. 398). Il termine bisogno ricorre piu volte, come quelli di riconoscimento di sé e dell'altro, responsabilita, senso o desiderio e comprensione.
Ció che viene seminato nelle prime sedici lezioni e poi raccolto nelle successive otto lezioni, che scendono nella specificita dell'educare alla relazione, alla vita morale, emo- tiva ed affettivamente curativa, alla solidarietå, alla gratuita o alla gratitudine, ovvero guardano al ?sistema regolativo delle relazioni interpersonali? (p. 408), colto nel duplice segno del bisogno di intimitå e del bisogno di dignita.
Non manca un preventivo quanto utile sguardo, seppur sintetico, alle concezioni dell'educazione nella storia del mondo occidentale e uno alla storia dell'epistemologia pedagogica moderna e contemporanea. Proprio rispetto al mondo contemporaneo si registrano numerose prospettive problematico-critiche che si aprono illustrando temi quali il rapporto tra generazioni, i cambiamenti che investono famiglia e scuola e i ?codici identitari? che si costruiscono, la frammentazione del lavoro, l'importanza del volontariato. A ció guardano le differenti, specifiche ed evocate scienze pedagogiche, le scienze dell'educazione e le scienze storiche, con prospettive e metodi di ricerca típicamente pedagogici, tramite il logos empirico, ?empiriologico?, teoretico, prassico-poietico (p. 269 e ss.). Tuttavia, viene trovato anche un originale spazio, alla Lezione 6, per guardare alla ?pedagogia spontanea?, universalmente diffusa nel tempo, ricca di pragmaticitå, significati legati al prendersi cura, atteggiamenti naturali non sempre consapevoli, certezze acritiche tese all'efficacia immediata. Questa presa di coscienza porta a sottolineare, piü volte nello sviluppo delle Lezioni, la ?base empirica? della Pedagogia fondamentale che non puó peró fare a meno di un ?momento teoretico? (p. 161).
Al centro del volume si staglia la pedagogia quale scienza veritativamente necessaria all'uomo contemporaneo. Questo pare essere il punto cruciale della proposta di riflessione organizzata da A. Bellingreri e sviluppata con l'aiuto efficace delle collaboratrici: la tensione euristica e volta non tanto a mettere ordine nei saperi pedagogici quanto a stilare una ?fondazione strutturale? (p. 17), autonoma, specifica, ma non autarchica, di una Pedagogia che sappia cogliere il senso piü profondo dell'umano.
Anna Kaiser
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Abstract
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