Content area
Full Text
Sciara G., La solitudine della libertà. Benjamin Constant e i dibattiti politico-costituzionali della prima Restaurazione e dei Cento giorni, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2013, pp. 352.
Il volume qui recensito si inserisce in un filone di studi dedicati al pensatore svizzero, restituendoci di quest'ultimo un'immagine davvero originale.
La prima parte del volume, I presupposti della libertà: il costituzionalismo monarchico, si concentra sulla Costituzione senatoria, sulla Charte octroyée e in particolare sull'opera di Constant Réflexions sur les constitutions, di cui l'A. sottolinea la sostanziale continuità con i «principi espressi da Constant in epoca consolare-imperiale» (p. 25). La seconda parte, intitolata La prima sfida e la prima delusione: il dibattito sulla libertà di stampa, si incentra invece sul dibattito relativo alla libertà di stampa, in merito al quale Constant interviene con una serie di scritti che l'autore ci presenta come momenti essenziali per meglio comprendere la visione politica e liberale dello Svizzero. Nella terza parte, Potere reale e responsabilità ministeriale: la peculiarità della linea politica di Constant, viene dato ampio spazio all'analisi constantiana della responsabilità ministeriale - e quindi del rapporto tra potere reale, legislativo ed esecutivo - per affrontare infine nella quarta e ultima parte, Coerenza teorica ed errori politici durante i Cento giorni, la fase forse più controversa della vita politica e privata del liberale svizzero: il suo 'voltafaccia' a favore di Napoleone e l'Atto addizionale.
L'A. ricostruisce anzitutto i caratteri del dibattito politico svoltosi in Francia durante la primavera del 1814. All'interno della contrapposizione tra «forze rivoluzionarie e contro-rivoluzionare», egli riesce a portare alla luce un'articolata gamma di posizioni e sfumature. Di particolare interesse è la distinzione che egli pone tra realisti moderati - al loro interno molto diversificati - e realisti puri: i primi sostanzialmente a favore della Charte, considerata un mezzo per raggiungere un compromesso tra la «tradizione monarchica e le libertà civili», conquistate nella Rivoluzione (p. 31); i secondi che vedono «nelle idee dell'89» la causa di tutti i mali della Francia. Notevole attenzione viene inoltre data al campo «rivoluzionario», in cui bonapartisti e repubblicani si ergono a difensori della sovranità popolare contro un possibile ritorno agli antichi privilegi.
È in questo complesso contesto politico che nella primavera del 1814 Constant fa ritorno a Parigi, dove elabora le sue Réflexions sur les...