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ELISA REBELLATO, La Scala d'oro: libri per ragazzi durante il fascismo, Milano, Unicopli, 2016, 326 pp. (L'Europa del libro, 16).
Il volume, dove per la prima volta si ripercorre l'avventura editoriale di una delle piu rilevanti collane per l'infanzia dell'Italia del Novecento, é tappa obbligata per quanti si occupino di storia dell'editoria, della lettura e della cultura, non solo nel nostro paese, in eta contemporanea. «La Scala d'oro» é esempio di un prodotto editoriale, affine allo scolastico, che come molti altri generi ad ampia diffusione ha interessato e continua a interessare storici del libro e della parola scritta. E pure il presente studio nasce dalle competenze di una speciali- sta, che ha sposato quel filone storiografico e vi ha messo a frutto il suo incontro, non casuale, con alcuni dei maggiori archivi, lato sensu editoriali, conservati nel nostro paese: anzitutto quello della Fondazione Mondadori (gia impiegato dalla Rebellato per ricostruire la produzione scolastica della casa milanese), ma anche l'Archivio Formiggini dell'Estense Universitaria di Modena e poi APICE, il centro dell'Universita degli studi di Milano. Proprio nelle collezioni librarie di APICE e dato rinvenire una delle poche collezioni complete dei 93 numeri costituenti altrettanti anelli de «La Scala d'oro», pubblicata a Torino dalla UTET e diretta da Vincenzo Errante e Fernando Palazzi tra il 1932 e il 1936. Lo studio della Rebellato distingue la materia in due parti, equilibrate e ben integrate: la prima (pp. 17-125) e volta a presentare, con ricchezza di fonti inedite, le figure degli ideatori della collana, indagati nella loro formazione culturale e nelle loro piu significative vicende professionali, intrecciate alla storia letteraria, politica ed editoriale dell'Italia giolittiana prima, fascista poi. E a riflettere sul graduale costituirsi di un'idea di libro di lettura per l'infanzia, sulle incertezze dei primi passi, sulla maturazione di precisi criteri di scelta dei testi, come pure su loro immancabili spostamenti, su sostituzioni, su esclusioni, persino sui gusti personalissimi con i quali Errante e Palazzi andarono costruendo, seguirono e pilotarono, gradino dopo gradino, tutti i numeri entrati a far parte della loro serie. Nella seconda parte (pp. 127-246) e dato spazio a tre autori - Eugenio Treves, Marino Moretti e Leo Pollini - che hanno rappresentato nell'ordine, vuoi per la continuita di lavoro e la dedizione dimostrate vuoi...