Abstract: Dal 1978 la popolazione cinese indigente si è ridotta di quasi 500 milioni di persone e la proporzione di persone malnutrite, ancora circa il 25% nel 1992, è scesa al 10% nel biennio 2012-2014. Tuttavia, non tutti hanno beneficiato di questa straordinaria performance economica. Nell'affermare «lasciamo che alcuni diventino ricchi prima degli altri» la dirigenza cinese succeduta a Mao Zedong ha promosso un modello di sviluppo che ha accettato le disparità fra differenti gruppi e la marginalizzazione delle aree e delle persone più vulnerabili. Fra queste ultime le donne sono la maggioranza perché i numerosi programmi di contrasto alla povertà di questi anni sono stati realizzati sottovalutando le specificità di genere.
Since 1978, the poor population in China has shrunk by almost 500 million and the proportion of malnourished people, about 25% in 1992, has fallen to 10% in 2012-2014. However, not everyone benefited from this extraordinary economic performance. In saying "let some people get rich before the others", the post-Mao leadership promoted a model of development that accepted both the disparities between different groups and the marginalization of the most vulnerable people. Among the latter, women are the majority because the programs implemented to fight poverty underestimated gender specificities.
Keywords: Cina, povertà, donne, riforme, sviluppo; China, women, poverty, reforms, development.
1.Una crescita senza uguali
La povertâ e ancora molto diffusa in diversi paesi del mondo e il numero di persone che vive al livello di sussistenza o appena sopra non e diminuito, nonostante che nel corso degli ultimi decenni siano stati realizzati molteplici programmi e iniziative volte a soddisfare gli Obiettivi del Millennio.1
Nel novero delle nazioni a basso reddito la Cina rappresenta una straordinaria eccezione: da paese povero, agricolo, chiuso agli investimenti esteri e al commercio internazionale, si e trasformata in una nazione mediamente sviluppata, seconda economia del mondo, consumatrice netta delle risorse del pianeta, partner commerciale cruciale e investitore importante nei paesi piû poveri.2 Anche sul fronte della lotta alla povertâ il paese ha raggiunto il traguardo posto da uno dei piû importanti fra gli 8 obiettivi del millennio dimezzando sia la popolazione che vive con un reddito inferiore a 1,25 dollari al giorno, sia quella che soffre la fame.
L'eccezionale sviluppo economico e il frutto di differenti modelli di crescita succedutisi dalla nascita della Repubblica popolare cine- se, ma sara soprattutto l'ascesa al potere di Deng Xiaoping alla fine degli anni Settanta a dare origine a una straordinaria accelerazione del processo di sviluppo economico, ottenuta anche accettando politiche economiche penalizzanti per la popolazione piû vulnerabile e e, nella fattispecie, per le donne.
E obiettivo di questo contributo mettere in evidenza le relazioni fra incremento della ricchezza e femminilizzazione della povertâ. A questo fine vengono tracciate le tappe dei cambiamenti di strategia economica dei governi che si sono succeduti dall'ascesa al potere di Mao Zedong, con particolare riferimento agli ultimi trent'anni, e dei mutamenti occorsi nella vita delle donne.
E trascorso solo un secolo da quando alle donne cinesi venivano fasciati i piedi, quando allevarle veniva considerata una sfortuna. Oggi la loro posizione nella societâ e la testimonianza tangibile di una significativa mobilitazione degli organismi politici e istituzionali a favore del processo di emancipazione. Ció detto, in termini comparativi la posizione delle donne in Cina e ancora quasi sempre deficitaria rispetto a quella maschile. Il piû recente The Global Gender Gap Report pone il paese nella parte inferiore della graduatoria, con un punteggio non molto diverso da quello registrato nel 2006, a segno di una sostanziale irriducibilitâ del divario.3 L'osservazione dei contributi di ciascun dominio rende esplicito che le maggiori "sofferenze" sono individuabili principalmente nell'area della leadership politica e dell'economia.
La tabella 1, infatti, restituisce una situazione che pone uomini e donne in condizione non dissimile nell'ambito della salute e dell'istruzione. Ben diversa e invece la dimensione politica che vede la presenza di circa un quarto dei seggi parlamentari assegnati alle donne, ma una proporzione esigua delle stesse in posizioni politiche ministeriali e di alto livello. Anche la dimensione economica e di gran lunga penalizzante: le donne percepiscono un salario di molto inferiore a quello degli uomini, a paritâ di mansione, e hanno un reddito di un terzo inferiore nonostante lavorino mediamente piû tempo ogni giorno, peraltro piû frequentemente non retribuite. Pro- prio queste due dimensioni, scarsa presenza politica e vulnerabilitâ nel mondo del lavoro, sono due tra i caratteri che hanno concorso alla femminilizzazione della poverta che verra messa in luce nei paragrafi che seguono.
2.Dalla "ciotola di ferro" al libero mercato
Il primo governo comunista del 1949 ereditava un paese impoverito a causa della fragilita politica, della corruzione, della guerra e della penetrazione dei capitali stranieri. Il numero di contadini senza terra, gia elevato, era cresciuto grazie all'indebitamento e alla concentrazione delle proprieta nelle mani di pochi possidenti. Governatori, generali e signori della guerra imponevano tasse sempre piû elevate per fronteggiare i conflitti e per i propri interessi. La penetrazione del capitale straniero e dei beni manufatti concorrevano alla distruzione delle attivita domestiche sussidiarie ed essenziali delle famiglie contadine. Non meno difficili erano le condizioni della popolazione urbana, interamente dipendente dalla produzione altrui e alla mercé di un'inflazione che alla fine degli anni Quaranta vedeva modificare il costo del denaro «non di giorno in giorno, ma di ora in ora».4
Il modello economico pianificato e centralizzato, adottato dalla nascita della Repubblica Popolare Cinese fino alla fine degli anni Settanta, metteva al centro il benessere economico e sociale della popolazione nel suo insieme ed e ben sintetizzato dallo slogan «mangiare il riso nella ciotola di ferro» oggi richiamato in senso molto negativo. Esso allude al diritto universale al cibo, indipendentemente dal lavoro comunque garantito e remunerato adeguatamente. Questo modello prevedeva peraltro l'erogazione "a pioggia" di benefici sociali distribuiti dalle imprese statali agricole e industriali, finalizzati alla ripartizione equa delle risorse.
Durante il ventennio maoista gli effetti di questo approccio si sono visti sia nell'incremento della vita media, un potente indicatore dello stato di salute collettiva,5 sia nella riduzione della mortalita infantile, chiaro indice di investimento nei confronti delle nuove generazioni.6 Tuttavia, alla fine degli anni Settanta la povertâ era una condizione ancora diffusa in vaste parti del paese, soprattutto occidentali, e la crescita economica era molto contenuta patendo, fra l'altro, il peso dell'aumento della popolazione dei due decenni precedenti.
Forte di questa diffusa condizione di povertâ, la dirigenza succeduta alla morte di Mao Zedong cambia rapidamente i connotati economici e sociali del paese. La "ciotola di ferro" viene considerata un ostacolo allo sviluppo e alla modernizzazione e quindi abbandonata a favore di un sistema economico che prevede un incremento della produttivita e la privatizzazione dell'economia.7 Nel 1993, la revisione della Costituzione voluta da Deng Xiaoping sancisce l'abbandono del sistema economico pubblico e pianificato a favore «dell'economia socialista di mercato» che fa proliferare miriadi di imprese private nazionali e in misura minore internazionali. Il sistema agricolo collettivo e soppiantato da quello della responsabilita produttiva della famiglia, autorizzata ad acquisire e gestire terra secondo logiche di mercato benché la proprieta rimanga saldamente nelle mani dello stato.
Il sistema contrattuale istituito fra stato e famiglie contadine ha rapidamente incrementato la produttivita e quindi le disponibilita alimentari soprattutto nelle zone economiche piû prosperose.8 Fra il 1979 e il 2012 il paese ha registrato una crescita media annua del prodotto interno lordo di poco superiore al 9%, corrispondente a un incremento di oltre cento volte superiore al valore iniziale del periodo.9 Analogamente, il reddito reale disponibile alle famiglie e aumentato di oltre il 6 e il 7% ogni anno rispettivamente nelle aree rurali e urbane.10
3.Le disparita economiche
L'abbandono della "ciotola di ferro" e l'avvio della politica di apertura al mondo ha generato disparita di reddito, deliberatamente accettate11 come testimonia l'esortazione attribuita a Deng Xiaoping: «lasciare che alcuni diventino ricchi prima degli altri».12
Date le differenze territoriali nelle risorse naturali e umane, nella storica disponibilita delle sovvenzioni governative e alla luce anche dei piû rapidi mutamenti ideologici, il processo di riforma e iniziato dalle aree costiere13 generando fin da subito un divario consistente con quelle interne, ecologicamente fragili, con una probabilita quattro volte superiore di subire disastri naturali rispetto alle zone piû sviluppate.
Attualmente la popolazione delle regioni costiere ha una ricchezza doppia rispetto a quella delle altre aree, mentre le popolazioni urbane hanno un reddito disponibile tre volte superiore a quello di chi vive nelle campagne. Anche fra compartí economici si registrano differenze molto consistenti nei salari, fino a tre volte piû elevati fra i lavoratori attivi nei settori secondario e terziario rispetto al primario.14 La maggior parte della ricchezza delle famiglie - indicatore piû severo delle generiche disparita di reddito - e nelle mani di una minoranza: nel 2012 il 25% delle famiglie piû povere deteneva solo l'1% della ricchezza del paese, il quarto piû ricco il 79%.15 Anziani, donne e bambini -questi ultimi sottopeso tre o quattro volte piû dei coetanei urbani- sono i soggetti piû rappresentati fra le famiglie povere.
L'adozione del modello economico competitivo e socialmente non protettivo ha generato disparita di accesso e uso delle risorse e una massa consistente di persone che si e vista ridurre le capacita di spesa e di sussistenza. Per questo, fin dagli anni Ottanta il governo ha disposto programmi di attenuazione della poverta intensificatisi negli anni successivi.16 Gli esiti non si sono fatti attendere: fra il 1990 e il 2005 la popolazione indigente si e ridotta di circa 470 milioni di persone,17 un numero ragguardevole considerando che l'inerzia demografica ha portato nello stesso periodo a un saldo positivo della popolazione pari a 230 milioni. La proporzione di persone malnutrite, circa un quarto nel 1992, si e ridotta al 10% nel biennio 2012-2014. Nello stesso periodo il numero di bambini sottopeso e diminuito dal 19 al 4% e quello di bambini malnutriti minori di 5 anni dal 33 al 9%.18 L'investimento a favore delle popolazioni indigenti e stato notevole: secondo i dati pubblicati dal Ministero delle Finanze cinese i fondi per i Sannong19 sono cresciuti da 77 miliardi nel 1996 a 725 nel 2009.20
L'azione politica e peraltro cambiata nel 2011 quando il governo ha formulato una strategia (2011-2020) incentrata sullo sviluppo economico delle aree povere in alternativa alla mera fornitura dei mezzi di sussistenza alla popolazione ivi residente. E ancor piû recentemente il Presidente Xi Jinpin ha presentato il Tredicesimo programma di sviluppo quinquennale (2016-2020) mettendo al centro azioni finalizzate alla eliminazione della poverta al ritmo di dieci milioni di poveri all'anno e con l'intento di forgiare entro il 2020 una societa moderatamente prospera.21
In definitiva la dirigenza post maoista ha messo in atto diversi programmi di successo contro la poverta, anche se non sempre e stata in grado di raggiungere le persone estremamente indigenti. Rimangono infatti oltre 150 milioni di persone malnutrite il cui status di "povero" dipende essenzialmente da rigide classificazioni. Settanta milioni di questi vivono con meno di 400 dollari l'anno in un paese economicamente molto piû dispendioso di un tempo, 43 milioni al di sotto della soglia di poverta nazionale.22
La popolazione "rimasta indietro" 23 e composta non solo da anziani e bambini lasciati nelle aree rurali ormai spopolate ed economicamente dipendenti, ma anche da immigrati nelle aree urbane privi di diritti di assistenza se non possiedono il permesso di risiedervi. Le condizioni si aggravano per le donne che oltre a far parte delle prime due categorie, sono le piû colpite dalla transizione all'economia di mercato a causa di discriminazioni che affondano le loro radici in un terreno ben consolidato e di azioni politiche solo apparentemente neutrali.
4.Il posto delle donne
Il genere e la generazione di appartenenza hanno rappresentato per secoli i caratteri che hanno differenziato l'accesso, il controllo e l'uso delle risorse materiali e immateriali della famiglia e della societa ciñese nel suo complesso. L'essere uomo o donna, giovane o anziano significava avere un posto definito e preciso nelle gerarchie sociali e familiari, nelle liberta di scelta.
Appartenere al genere femminile implicava una condizione di subordinazione nella famiglia e nella societa che poteva attenuarsi nel tempo, ma mai esaurirsi. Molti stereotipi costruiti intorno alla figura femminile facevano da corollario a una concreta pratica discriminatoria. Fra i contadini era comune considerare la crescita delle figlie "sarchiare il campo altrui" perché al matrimonio esse si trasferivano nella casa del marito.24
La famiglia delle tre P -patriarcale, patrilocale e patrilineare- e stata il modello dominante fino all'inizio del secolo scorso quando, per effetto della grave crisi economica, politica ed istituzionale le donne hanno potuto, ma perlopiú dovuto essere responsabilizzate e piú libere. Attraverso il lavoro extradomestico cui sono state costrette, esse hanno acquisito maggiore indipendenza e autonomia e questo ha modificato la loro posizione in seno alla famiglia, non piú esclusivamente determinata dalla capacita di generare figli maschi.
La nuova realta, unita alla domanda di emancipazione proveniente dal debole ma significativo movimento intellettuale urbano,25 ha innestato una stagione contraddistinta da consapevolezza fra le donne di tutti i ceti sociali. La nascita della Repubblica popolare cinese ha rinforzato queste dinamiche e ha posto le basi per una radicale emancipazione, fondamentalmente motivata da un'idea di eguaglianza piuttosto che di pari opportunita.
Nei decenni successivi alla rivoluzione sono state imbastite numerose campagne politiche genuinamente finalizzate alla emancipazione delle donne e molte leggi a favore della uguaglianza e a protezione delle bambine e realizzate soprattutto per volere della Federazione delle donne cinesi, nata nel 1949.26
Il Partito comunista al potere ha spesso rappresentato la nuova societa in contrasto con quella arretrata raccontando la crudele storia delle donne in epoca definita feudale e utilizzando i loro corpi come simboli dell'emancipazione: autişti di trattori o di treni, sguardo fiero, corpo eretto cioe in definitiva una universalizzazione dell'ideale mascolino. Stretti fra la necessita di rinforzare il consenso contadino,27 da un lato, e di soddisfare le istanze riformiste provenienti dalle militanti dall'altro, i comunişti hanno cercato fin da subito una mediazione associando le istanze egualitarie provenienti dalle donne allo sviluppo della societa socialista. Il lavoro e l'istruzione erano presentati sia come diritti delle donne (cui veniva assegnata anche la responsabilita di formare le nuove generazioni),28 sia come strumenti di realizzazione del socialismo, ma le parole d'ordine sono state spesso coniate in funzione delle esigenze della nazione. Poco prima del Grande Balzo in Avanti, in un periodo di grave difficolta economica e occupazionale, vengono ribadite le virtu della buona moglie socialista che tiene in ordine la casa, assicura l'armonia tra i familiari e cresce i figli coscienziosamente.29 In un articolo sul giornale ufficiale del partito nel 1956 si afferma che «la partecipazione alla produzione agricola e un diritto e un dovere delle donne contadine. Anche fare figli, crescerli e avere cura della casa sono doveri delle donne contadine ed e ció che le differenzia dagli uomini».30 Il Grande Balzo in Avanti e invece contraddistinto dalla esasperata esortazione al lavoro agricolo delle donne: circostanza, questa, favorita dall'assenza degli uomini nel frattempo impegnati in altri settori produttivi.
L'esempio piu radicale di emancipazione e mascolinizzazione ci perviene dai documenti della Rivoluzione Culturale, un periodo contrassegnato dalla priorita della lotta di classe e definito androgino.31 Al tempo le donne sono state indotte alla partecipazione politica militante: le Iron Girls rappresentano il modello femminile dominante: giovani lavoratrici, spesso inviate nelle campagne, erano considerate abili come gli uomini e percio adatte a qualsiasi lavoro.32 Solo attraverso la comunicazione della propaganda riaffioravano le posizioni sociali di ognuno: i poster33 mostravano sempre in primo piano gli uomini e le gerarchie si confermano nei film dove le donne, seppure eroine combattenti, erano comunque guidate da un uomo.34
Nell'era post maoista molti dei secolari stereotipi di genere tornano in auge e Confucio viene riabilitato come figura essenziale dell'identita nazionale e culturale cinese. La velocita con cui e avvenuto il processo di rifiuto dell'androginia imposta dalla rivoluzione culturale ha mostrato che il sistema di valori confuciani patriarcali era ancora molto condiviso. Non per caso pochi anni dopo, all'avvio della politica del figlio unico, la popolazione ha espresso una radicale preferenza per i maschi che si e tradotta in aborto selettivo dei feti femminili35 o in occultamento delle bambine alla nascita.36 La preferenza per i bambini, esacerbata dal fatto di poterne fare uno solo,37 e l'esito di diverse componenti fra cui il fatto che le donne non sono titolate a proseguire il nome della famiglia, non sostengono i genitori anziani e contribuiscono meno degli uomini al reddito familiare.38 Nei fatti e la testimonianza piú concreta e visibile di quanto sia stato accidentato e sia incompiuto il cammino delle donne cinesi.
Dopo molti anni, al fine di limitare l'aborto selettivo il governo cinese e intervenuto promuovendo campagne di sensibilizzazione e di protezione delle bambine anche erogando finanziamenti e premi a chi cresceva una sola figlia.39 Dal 2016 la politica del figlio unico e stata definitivamente abbandonata a favore dei due figli. Questa nuova politica, determinata dalla necessita di contrastare l'invecchiamento della popolazione, ha indotto a un ritorno di alcune delle tradizionali differenze percepite dalla societa e alimentate dallo stesso governo che da allora ha prodotto messaggi favorevoli al ritorno a casa delle donne e ad essere buone madri.40
5.La femminilizzazione della poverta
La condizione delle donne appena descritta rappresenta il contesto entro cui va interpretata la femminilizzazione della poverta.
Nel lungo periodo della "ciotola di ferro" le donne sono state sollecitate ad essere parte attiva della classe operaia (anche se nei settori meno avanzati e redditizi), destinatarie dei messaggi di uguaglianza concretamente perseguiti attraverso la remunerazione salaríale bassa, ma comparabile a quella maschile e ad una formazione professionale non dissimile.41
Dall'avvio delle riforme lo Stato e le Unita di Lavoro hanno lentamente ridotto i servizi sociali e i beni collettivi lasciando la responsabilita della riproduzione sociale principalmente alla famiglia. Le donne sono state chiamate ad essere lavoratrici, mogli virtuose e madri capaci di sostenere il benessere e il successo dei componenti della famiglia e dunque del paese, rendendo acuto il conflitto tra il ruolo di cura e la loro partecipazione al mercato del lavoro. Governato dalle parole d'ordine deregolamentazione, privatizzazione, liberalizzazione finanziaria e commerciale, il mercato del lavoro si e rivolto preferibilmente agli uomini perché piú istruiti e piú liberi di offrire prestazioni lavorative non vincolate a orari, luoghi e responsabilita familiari.42 Ció si e tradotto in macroscopiche differenze di reddito43 fra uomini e donne, rafforzate da processi di segregazione femminile in settori produttivi precari o poco redditizi come quello agricolo e manifatturiero non qualificato.44
Queste scelte politiche sono state accompagnate dalla riduzione drastica dei lavoratori e delle lavoratrici occupate nelle aziende di stato, prevalentemente urbane, mediante il pensionamento anticipato che, pur consentendo rapporti con l'unita di lavoro e l'accesso ai servizi sociali ad essa connesso, escludeva i lavoratori e le lavoratrici dal ciclo produttivo e li privava dello stipendio. Una forma meno radicale di riduzione del personale prevedeva la sospensione di lavoratori o lavoratrici -di fatto licenziati- che facevano parte dell'unita produttiva originaria per tre anni percependo un sussidio e godendo dei servizi collettivi associati all'azienda. Questa politica,45 come tutte quelle che hanno messo in competizione donne e uomini economicamente attivi, ha colpito principalmente le prime. Infatti, i programmi finalizzati a ricollocare la popolazione per arginare il disagio sociale -determinato dalla perdita di uno status centrale nella retorica socialista- sono stati realizzati privilegiando il lavoro degli uomini perché considerati piú affidabili, piú istruiti, piú capaci di accedere alle risorse disponibili e anche piú titolati ad avere un lavoro all'interno della famiglia.46 Questo approccio ripropone quanto gia avvenuto piû volte nella storia recente del paese: le conseguenze delle difficolta economiche ricadono soprattutto sulle donne invitate a tornare ad occuparsi della sfera privata e familiare, lasciando quella pubblica agli uomini coerentemente con alcuni fondamentali principi confuciani.47 Diversamente dal passato, tuttavia, l'espulsione dal mondo del lavoro e avvenuta in assenza di ammortizzatori sociali duraturi dando luogo a un impoverimento delle famiglie meno agiate e in particolare delle donne.
Il nuovo corso ha colpito ancor piû duramente il mondo contadino che dagli anni Ottanta ha subito un progressivo depauperamento demografico ed economico. Giovani uomini e donne sono emigrati nelle aree economiche urbane piû prosperose, attratti da guadagni incomparabilmente piû elevati di quelli del villaggio di origine.48 Il movimento migratorio rurale-urbano,49 agevolato dal governo perché funzionale alle strategie di sviluppo, ha spopolato le campagne selettivamente lasciandovi soprattutto pochi bambini, anziani e soprattutto donne dedite alla coltivazione per la sussistenza o per il mercato locale e alla cura dei famigliari rimasti.50 In condizioni di vita precarie, esse sono meno attrezzate ad affrontare calamita naturali anche di modeste dimensioni. L'analfabetismo e molto elevato rispetto al resto del paese, e differenziato. Le donne di eta superiore ai 15 anni non sono in grado di leggere e scrivere nell'8% dei casi contro il solo 3% dei coevi 51 ció che, fra l'altro, le rende meno capaci di controllare le finanze della famiglia, di utilizzare i programmi di sostegno come il micro credito o l'accesso a varie forme di sussidi. D'altronde, la rappresentanza negli organi decisionali e dirigenti non riesce a dare voce ai loro bisogni perché scarsa soprattutto ai livelli superiori (Tabella 1).52 A titolo di esempio si puo citare il fatto che le donne divorziate rimaste nelle campagne -un fenomeno in forte crescita per effetto della divisione della famiglia spezzata dalla migrazione- non hanno garantiti i loro diritti sulle terre che continuano a coltivare.53
In definitiva, dall'avvio delle riforme del 1978 la crescita della Cina e stata straordinaria, e donne e uomini hanno indubbiamente migliorato la loro condizione economica e sociale grazie a dinamiche di sviluppo eccezionalmente intense e ancora in atto.54 Gli orizzonti occupazionali e le chance di realizzazione delle donne sono aumentate. Tuttavia, non tutti hanno beneficiato dei vantaggi della transizione economica. Nell'affermare «lasciamo che alcuni diventino ricchi prima degli altri», la dirigenza cinese ha accettato che si manifestassero e intensificassero sia le disparita economiche e sociali fra differenti gruppi, sia la marginalizzazione delle aree e l'impoverimento delle persone piu vulnerabili.
Numerosi programmi di contrasto alla poverta55 sono stati realizzati fin dagli anni Ottanta, anche se le soluzioni proposte non hanno adottato misure specifiche in un'ottica di genere.56 In particolare, lo smantellamento dello stato sociale della "ciotola di ferro", la competizione impari sul mercato del lavoro, la mancanza di politiche spe- cifiche e infine l'enfasi posta sempre piû sui valori confuciani di responsabilita della famiglia e in particolare il richiamo strumentale ai ruoli pubblico (maschile, il lavoro) e privato (femminile, la famiglia), hanno ridotto il benessere economico e sociale e femminilizzato la poverta: a riprova del fatto che anche in un paese che ha condotto e quasi vinto la battaglia contro l'indigenza, la mancanza di politiche di genere ha reso il complemento al "quasi" popolato di donne.
Biodata: Patrizia Farina e professoressa associata di Demografia presso il Dipartimento di sociologia e scienze sociali dell'Universita Milano Bicocca. Ě membro del Comitato di indirizzo e coordinamiento dell'informazione statistica (Comstat) e di organismi nazionali e internazionali attivi nel contrasto alla violenza contro le donne. Ha vissuto e studiato in Cina e ha pubblicato diversi articoli sulla transizione demografica del paese con particolare riferimento agli effetti delle politiche del controllo demografico. Piu recentemente ha pubblicato contributi in tema di salute riproduttiva delle migranti e delle donne dei paesi poveri con particolare riferimento alle mutilazioni genitali femminili ([email protected]).
Patrizia Farina is associate professor of Demography at the Department of Sociology and Social Sciences, University of Milano Bicocca. She is a member of Comstat, Commission for Policy Making and Coordinating Committee for Statistical information, and of national/international agencies involved in contrasting domestic violence and other harmful practices. She lived and researched in China and published articles on the demographic transition of the country with particular reference to the effects of the family planning. She also researched and published on the reproductive health of women living in underdeveloped countries or settled in Italy with special attention to female genital cutting ([email protected]).
1 United Nations Development Programme, Poverty Reduction and UNDP, UNDP Fast Fact, New York, 2013, <http://www.undp.org/content/dam/undp/ library/corporate/fast-facts/english/FF-Poverty-Reduction.pdf> (ultimo accesso 12/2017).
2 Ministry of Foreign Affairs of PRC, United Nations System in China, China's Progress Towards the Millennium Development Goals 2013 Report, Beijing, 2013; The World Bank, GDP Ranking, <https://data.woridbank.org/data-cataiog/GDPranking-table> (ultimo accesso 12/2017).
3 L'indicatore puó assumere un valore compreso fra 0 (massima diseguaglianza) e 1 (massima equitâ). L'analisi condotta su 144 paesi nel 2017 vede al primo posto della graduatoria l'Islanda con un punteggio di 0,878 e all'ultimo lo Yemen (0,516). Il punteggio e la combinazione di parziali ottenuti analizzando 4 domini: economia, istruzione, politica e salute. Una ricognizione dell'indicatore e della metodologia di calcolo in World Economic Forum, The Global Gender Gap Report 2017, Geneve, World Economic Forum, 2017, <https://www.weforum.org/reports/the-global-gendergap-report-2017>. Le statistiche in corsivo non entrano nel computo dell'indice, ma risultano utili a mettere in luce il contesto entro cui si manifestano i domini.
4 Elisabeth Croll, Chinese women since Mao, London, Zed Books, 1983.
5 Fa eccezione il periodo del Grande Balzo in Avanti, le cui politiche hanno prodotto una carestía di enormi dimensioni e in conseguenza della quale le strategie di sviluppo economico si sono allontanate dall'estrema collettivizzazione dell'economia e dei servizi. Una ricognizione del triennio e rintracciabile in Patrizia Farina, Le conseguenze demografiche del Grande Balzo in Avanti 1959-1961, tesi di dottorato in Demografia, Universita di Roma la Sapienza, Anno accademico 1994-1995.
6 Patrizia Farina, Chinese population policies. Towards a free choice, in Silvio Be-
retta, Alex Berkofsky, Lihong Zhang (eds.), Understanding China today An exploration of politics, economics, society, and international relations, Berlin, Springer, 2017, pp. 211-221.
7 Eva Fodor, Daniel Horn, "Economic Development" and gender equality. Explaining variations in the gender poverty gap after socialism, «Social Problem», 62, 2015, n. 2, pp. 286-308.
8 II passaggio all'economia di tipo capitalistico e compatibile con la profonda trasformazione demografica in atto, contraddistinta dalla disponibilitâ di manodopera giovane e a basso costo. Il bonus demografico ha modificato le modalitâ di allocazione del bene lavoro nella sfera privata e pubblica, cfr. Farina, Chinese population policies.
9 Fra i principali motivi che hanno concorso alla poderosa crescita dall'avvio delle riforme economiche, vi sono l'enorme disponibilita di popolazione in eta attiva e lo sviluppo del settore secondario e terziario -a piû alta produttivita- a sfavore di quello agricolo: Hongbin Li et al., Human capital and China's future growth, «Journal of Economic Perspectives», 31, 2017, n. 1, pp. 25.
10 Ibidem, pp. 25-27.
11 L'accesso differenziato ai beni e ai servizi del regime precedente era piû contenuto e dipendente dalla posizione politica e dall'appartenenza degli individui alle unita produttive piû prospere, cfr. Stain Ringen, Ngok Kinglun, What kind of welfare state is emerging in China?, The United Nations Research Institute for Social Development (UNRISD), Working paper, 2013, n. 2.
12 Una rassegna delle citazioni piû celebri e reperibile in <http://cpc.people.com.cn/GB/34136/2569304.html> (ultimo accesso 12/2017).
13 All'avvio delle riforme sono state create le cosiddette Zone economiche speciali, enclave dove vigevano regole di mercato e dove sono stati agevolati processi di mobilita dalle aree povere del paese, Charles Bettelheim, Economic reform in China, «The Journal of Development Studies», 24, 1988, n. 4 pp. 15-49.
14 Han Wu, The evolution of income distribution disparities in China since the Reform and Opening-up, in Income disparities in China. An OECD perspective, Paris, Organisation for Economic Cooperation and Development, 2004, pp. 9-26.
15 Il 10 e il 5% piû ricco detengono rispettivamente il 62 e il 5% della ricchezza, cfr. Yu Xie, Yongai Jin, Household wealth in China, «Chinese Sociological Review», 47, 2015 n. 3, pp. 203-229 e Shujie Yao, Zongyi Zhang, Lucia Hanmer, Growing inequality and poverty in China, «China Economic Review», 15, 2004, n. 2, pp. 145-163. La disparita di ricchezza e cresciuta straordinariamente nel corso degli ultimi anni come testimonia l'indice di Gini, quasi raddoppiato fra il 1980 e il 2010, <http://povertydata.worldbank.org/poverty/country/CHN> (ultimo accesso 12/2017).
16 Uno degli interventi piû importanti e quello detto delle «5 garanzie di sussistenza» (cibo, abbigliamento, abitazione, cure mediche e spese per il funerale) nelle aree rurali e di assistenza medica e sociale nelle aree urbane. Il welfare cinese prevede anche forme differenziate di assistenza sociale come i sussidi di disoccupazione, di maternita e la pensione. Tuttavia, la maggior parte dei costi devono essere supportati localmente cosicché nelle aree piû povere le coperture assistenziali e i servizi offerti sono di gran lunga inferiori e di peggiore qualita: Stain Ringen, Kinglun Ngok, What kind of welfare state is emerging in China?, in The United Nations Research Institute for Social Development, Working paper 2013, n. 2.
17 E opportuno sottolineare che le statistiche pubblicate dal governo cinese o dalle agenzie internazionali sono differenti se non contraddittorie fra loro sia per la differente classificazione, ad esempio della soglia di poverta, sia per la differente unita statistica di riferimento, talvolta l'individuo, talaltra la famiglia. Cosi mentre i progressi sono indiscutibilmente rilevanti nel loro ordine di grandezza, una serie storica della stima reale non e possibile.
18 Ministry? of Foreign Affairs of the People's Republic of Cina, UN System in China, Report on China's implementation f' the Millennium development goals (20002015), <www.cn.undp.org/content/china/en/home> (ultimo accesso 12/2017).
19 Termine per indicare sinteticamente il settore agricolo, i contadini e il territorio rurale. Nel tempo la distribuzione dei sussidi e cambiata in favore della assegnazione diretta ai contadini.
20 Wanlong Lin, Christine Wong, Are Bering's Equalization Policies Reaching the Poor? An Analysis of Direct Subsides Under the "there Rurals (Sannong)", «The China Journal», 2012, n. 67, p. 23.
21 L'ambizioso obiettivo prevede l'eliminazione della poverta entro il 2020: si tratta di una operazione complessa soprattutto nelle aree rurali dove alla fine del 2014 ancora 70 milioni di persone vivono sotto la soglia di poverta nazionale (376 $ annui). Xinhuanet, The Communist Party of China (CPC) on Tuesday issued thefull text of proposals for China's developmentfrom 2016 to 2020, setting a target of "maintaining mediumhigh growth", <http://news.xinhuanet.com/english/2015-11/03/c_134780297. htm> (ultimo accesso 12/2017).
22 Xinhuanet, China to strengthen social support in poverty alleviation, <http:// news.xinhuanet.com/english/2017-08/18/c_136537233.htm> (ultimo accesso 12/2017).
23 Il termine left behind e usato principalmente per definire le popolazioni rimaste nei villaggi ormai spopolati delle aree rurali. Si tratta perlopiû di anziani, bambini e donne. Il termine si puo estendere a chiunque non sia coinvolto in processi di sviluppo coerentemente con la filosofia di lasciare che alcuni si arricchiscano prima di altri.
24 Paul Bailey, Women and gender in twentieth-century China, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2012.
25 Nel 1922 vennero fondate a distanza di un mese l'Associazione per il suffragio universale e la Lega dei diritti delle donne, cfr. Phillyps Andors The unfinished liberation erf Chinese women, 1949-1980, Bloomington, Indiana University Press, 1983.
26 E rivoluzionaria ad esempio la promulgazione della prima legge sul matrimonio che proteggeva le donne rendendole partecipi della scelta, cfr. Croll, Chinese women since Mao. Da allora la Cina ha adottato molte leggi a favore delle donne e firmato le convenzioni internazionali in loro favore. Le principali sono reperibili in <http://www.womenofchina.cn/womenofchina/html1/source/0/208-3.htm> (ultimo accesso 12/2017).
27 All'atto della riforma agraria del 1950 il mondo contadino si oppose al riconoscimento della terra alle donne che, peraltro, si censuravano non partecipando alle riunioni delle associazioni preposte a discutere della distribuzione della terra. In poche aree fu possibile per ie donne sfruttare appieno il diritto di possedere appezzamenti a proprio nome; nella maggior parte dei casi il diritto rimase sulla carta, in altri casi le normative furono semplicemente ignorate, cfr. Andors, The unfinished liberation.
28 L'enfasi su questa funzione era posta soprattutto quando alle donne si chiedeva di "tornare a casa", Ibidem.
29 Ibidem.
30 «Renmin Ribao», 16 maggio 1956.
31 Bailey, Women and gender.
32 Ibidem.
33 Una interessante ed esaustiva rassegna in <https://chineseposters.net> (ultimo accesso 12/2017).
34 Va messo in rilievo il fatto che verso la fine della Rivoluzione culturale (1973-74) e stata condotta una intensa campagna contro la misoginia confuciana che anche se strumentale -nelle intenzioni voleva isolare Lin Biao- fece discutere dopo molti anni delle relazioni di genere, cfr. Bailey, Women and gender.
35 Il rapporto fra i sessi alla nascita, pari a 106 maschi ogni 100 femmine, in Cina ha superato i 120/100 nel complesso e ha raggiunto valori anche molto piú elevati se calcolati contrallando il sesso dei nati precedenti, vedi Farina, Chinese population policies.
36 Un fenomeno per la prima volta definito da Amartya Sen come la «scomparsa delle bambine», vedi Amartya Sen, More Than 100 Million Women Are Missing, «The New York Review of Books», December 20, 1990, <http://www.nybooks. com/articles/1990/12/20/more-than-100-million-women-are-missing> (ultimo accesso 12/2017).
37 Il fenomeno si e manifestato anche in paesi dove non sono state attivate politiche di controllo delle nascite coercitive come la Corea del Sud, Taiwan, India. Tuttavia, il divieto di procreare piu di un figlio ha esacerbato l'aborto selettivo perché ha messo metå delle coppie nella condizione di accettare la figlia senza poter proseguire alla ricerca anche di un figlio, Farina, Chinese population policies.
38 Mei Fong, One child. The story of China's most radical experiment, Boston, Houghton Mifflin Harcourt, 2016.
39 A partire dalla meta degli anni Novanta la politica di contrallo e stata allentata e non casualmente in molte parti del paese e stata consentita una seconda nascita se la prima e femmina, purché distanziata di almeno quattro anni, cfr. Farina, Chinese population policies.
40 La preoccupazione e ben documentata dalle discussioni aperte sul sito di uno dei piú attivi gruppi femministi cinesi, <https://www.weibo.com/ baidufeminism?sudaref=wwwweiboxom&is_hot=1> (ultimo accesso 12/2017).
41 Andors, The unfinished liberation.
42 Sara Cook, XY Dong, Harsh Choices. Chinese women's paid work and unpaid care responsibilities under economic reform, «Development and Change», 42, 2011, n. 4, pp. 947-965.
43 Nel 2000 il reddito delle donne urbane era il 70% di quello maschile e il 60% fra le donne occupate in agricoltura, allevamento e pesca. Nel 1990 il reddito lordo femminile urbano era il 78% di quello maschile; quello delle donne occupate in agricoltura allevamento e pesca era pari nello stesso anno all'80% di quello degli uomini, cfr Zhibin Lin, Chinese women and poverty alleviation. Reflections and prospects for the future, «Chinese Sociology and Anthropology», 40, 2008, n. 4, pp. 27-37. Chaogang Wang, Amy Leung, Handayani Sri (eds.), China. Research report on gender gaps and poverty reduction, The Asian Development Bank, Department of International Development, 2006, http://documents.worldbank.org/curated/ en/882321468019170235/pdfy431080WP0Box327349B01PUBLIC1.pdf' (ultimo accesso 12/2017).
44 Gia nel 1990 le donne rappresentavano il 60% delle occupate in agricoltura. Le occupate nelle industrie sono soprattutto nel tessile e in mansioni indicate alle donne "docili" e "dalle dita agili", vedi Leslie Chang, Factory girls, New York, Spiegel & Grau, 2009.
45 Lo Xiagang dal 2004 ha lasciato il posto ad un'azione piú diretta di licenziamenti.
46 Diverse indagini confermano la difficoltå delle donne di accedere ai sussidi o alle opportunitå offerte, cfr. Asia Monitor Resource Center, Causes, implementation and consequences of 'Xiagang', 2006, n. 59; Wanlong Lin, Christine Wong, Are Beijing's equalization policies reaching the poor? An analysis of direct subsides under the "there Rurals (Sannong)", p. 23; Yu Chen, Sylvie D'Emurger Pro-rural policies, income and inequality. Evaluating a cashfor-work program in rural China, GATE Working Paper, Series No. 1415, 21 May 2014, p. 36.
47 Tiziana Lippiello, Il confUcianesimo, Bologna, il Mulino, 2009.
48 Meno per le donne. Nel 2010 il reddito dei lavoratori migranti era 1.708 yuan contro i 1.386 delle donne e il Gap aumenta se calcolato per unitå di tempo, cfr. Women of China Poverty reduction cf rural women in China - General situation and expectation, «China Labour Bulletin», 27 June, 2013, <http://www.womenofchina. cn/womenofchina/html1/source/17/3522-1.htm> (ultimo accesso 12/2017).
49 Al 2014 si stimano 274 milioni di lavoratori urbani provenienti dalle campagne, il 36% della forza lavoro totale. Le lavoratrici ammontano a un terzo, occupate perlopiû nei servizi di cura e nelle manifatture, «China Labour Bulletin», Migrant workers and their children, <http://iso.clb.org.hk/en/content/migrantworkers-and-their-children> (ultimo accesso 12/2017).
50 La maggior presenza di donne nelle aree rurali impoverite e anche determinata dal fatto che vi sono piu anziane, date le differenze di genere nella vita media, vedi Farina Chinese population policies. Secondo il Poverty Monitor Report of Rural China nel 2010 tra la popolazione in povertå assoluta quella femminile ha un'incidenza piû alta di quella maschile, cfr. «Women of China», Poverty Reduction of Rural Women in China, <http://www.womenofchina.cn/womenoichina/html1/ source/17/3522-1.htm> (ultimo accesso 12/2017).
51 National Bureau of Statistics of China, Illiterate Population Aged 15 and over by Sex and Region, China Statistical Yearbook 2016, Section 2-15.
52 World Economic Forum, The Global Gender Gap Report 2017, <http:// www3.weforum.org/docs/WEF_GGGR_2017.pdf> (ultimo accesso 12/2017).
53 Cio nonostante ancora nel 2017 un autorevole articolo scritto da studiosi della prestigiosa Accademia di scienze sociali ha sostenuto l'efficacia della migrazione di massa dalle campagne verso le aree urbane nel processo di sviluppo economico, vedi Peng Jia, Yang Du, Meiyan Wang, Rural labor migration and poverty reduction in China, «China & World Economy?», 25, 2017, n. 6, pp. 45-64.
54 OECD, OECD Economic Surveys. China, Paris, Organisation for Economic Co-operation and Development, 2017.
55 Un riepilogo dei programmi di riduzione della poverta fino ad anni recenti in Chen, D'emurger, Pro-rural policies, income and inequality; Sangui Wang, Zhou Li, Yanshun Ren, The 8-7 national poverty reduction program in China. The national strategy and its impact, The International Bank for Reconstruction and Development, 2004.
56 Per le donne in particolare attraverso il finanziamento di attivita artigianali centrate principalmente sull'abbigliamento, sull'espansione della ricettivita turistica, sullo sviluppo dell'e-commerce si migliora il benessere delle donne anche nelle zone remote.
A questo proposito la rivista Women of China ha pubblicato negli ultimi anni molti articoli di casi di successo fra le donne abitanti le zone piu povere del paese <http://www.womenoichina.cn/> (ultimo accesso 12/2017).
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Abstract
Dal 1978 la popolazione cinese indigente si è ridotta di quasi 500 milioni di persone e la proporzione di persone malnutrite, ancora circa il 25% nel 1992, è scesa al 10% nel biennio 2012-2014. Tuttavia, non tutti hanno beneficiato di questa straordinaria performance economica. Nell'affermare «lasciamo che alcuni diventino ricchi prima degli altri» la dirigenza cinese succeduta a Mao Zedong ha promosso un modello di sviluppo che ha accettato le disparità fra differenti gruppi e la marginalizzazione delle aree e delle persone più vulnerabili. Fra queste ultime le donne sono la maggioranza perché i numerosi programmi di contrasto alla povertà di questi anni sono stati realizzati sottovalutando le specificità di genere.