Giuseppe Burgio (a cura di), Comprendere il bullismo al femminile. Genere, dinamiche relazionali, rappresentazioni, Milano, Franco Angeli, 2018.
Da diversi anni il bullismo e il cyber-bullismo sono al centro del dibattito internazionale e continuano a suscitare un ampio interesse da parte delle famiglie e di coloro che operano nel settore socio-educativo. Attualmente, molti sono gli aspetti che conosciamo sul fenomeno dei bulli, soprattutto se relazionato all'universo maschile in cui la violenza e quasi sempre manifesta e dirompente. Tuttavia restano ancora alcune questioni aperte a cui rispondere, come ad esempio le dinamiche che ruotano attorno al cosiddetto bullismo femminile, perpetrato tra bambine e ragazze adolescenti. In Italia, cosi come anche all'estero, non esistono osservatori o analisi sistematiche su questo nuovo fenomeno al femminile. Eppure i dati ufficiali sono allarmanti, considerato che le bulle sono in aumento nel mondo virtuale pur rimanendo in una zona d'ombra.
Il volume Comprendere il bullismo al femminile. Genere, dinamiche relazionali, rappresentazioni nasce con questo obiettivo, ovvero quello di offrire una prima panoramica sulla violenza inter-genere femminile, come sottolineano il curatore Giuseppe Burgio di concerto con eminenti esperte provenienti da diversi ambiti disciplinari.
Cio che emerge da questo lavoro e una discrepanza tra il dato fattuale, vale a dire un incremento considerevole del bullismo femminile sia esso perpetrato di forma diretta o indiretta, e quanto si legge dalla letteratura scientifica, che ha inquadrato come soggetti esclusivi del bullismo principalmente i maschi, quanto meno a partire da Dan Olweius. Il volume, invece, adotta una chiave di lettura diversa e attuale, fondata sulla violenza femminile intra-genere, di cui spesso si sottostimano le gravi conseguenze.
I vari contributi seguono un approccio teorico che rimanda alle diverse ramificazioni dei gender studies, a partire dagli studi sulla teoria della differenza fino ad arrivare ai queer studies. Da tale lavoro multi-focale emerge che l'elemento ricorrente nel bullismo e nel cyberbullismo femminile e la sua peculiarity di essere una forma di violenza quasi sempre indiretta, che ha l'obbiettivo di escludere la vittima, che non rispecchia l'ideale normativo di femminilita proposto e imposto da una determinata societa sia in forme considerate subdole e indirette sia tramite modi piu associabili al bullismo maschile.
La raccolta dei saggi si inserisce in una tripartizione del volume in azioni che sono risultati congeniali nella presentazione e nell'analisi del dispositivo del bullismo e del cyberbullismo femminile, inserito all'interno di una cornice teorica pedagogica e di genere. La prima sezione ha come titolo "bullismi" e si apre con il contributo di Marinella Muscara che ripercorre lo stato dell'arte attuale in materia di bullismo e riporta la definizione di bullismo rifacendosi a Dan Olweius, ormai riconosciuta dalla letteratura scientifica internazionale. Questo e il punto di partenza per poter addentrarsi nel bullismo femminile, mediante un'analisi critica e decostruzionista necessaria per poter risalire alle motivazioni della messa in ombra di questo dispositivo.
Cosa emerge? Innanzitutto un pluralismo di forme e cause attraverso cui si dispiega il bullismo femminile ed e per questo che sarebbe opportuno parlare di "bullismi". Burgio sottolinea la natura sociale del bullismo sia maschile che femminile, e attraverso la teoria del gender script spiega come la nostra cultura eterocentrica prescriva dei modelli guida a cui aspirare. Il curatore vede nel bullismo femminile lo strumento pedagogico che "educa" e ristabilisce l'ordine normativo vigente. Pur sottolineando che attualmente il bullismo femminile si colloca principalmente in quello che la letteratura scientifica definisce bullismo indiretto/relazionale e nel cyber-bullismo, non esiste nessun divieto deterministico di tipo biologico che vieta un uso della violenza fisica e diretta.
Nella seconda parte del volume, intitolata "interpretazioni", il discorso critico ruota essenzialmente intorno alle origini e alle motivazioni che spingono le ragazze a attivare meccanismi di violenza. Antonia de Vita pone l'accento sulla presenza di un "legame oscuro" che regola i rapporti tra le donne e che viene fatto risalire alla relazione conflittuale madre-figlia che avrå delle ripercussioni profonde sulle relazioni successive che queste instaureranno con soggetti dello stesso sesso. E la spiegazione data alla prevalenza dell'offesa subdola come pratica privilegiata dalle donne viene fatta risalire agli anni di silenzio a cui l'universo femminile e state sottoposto da una societå androcentrica.
A differenza degli uomini, le donne spesso non ricorrono all'uso della forza fisica, bensi hanno creato un codice comunicativo tutto loro per restare invisibili allo sguardo giudicante di una societå maschilista. Valentina Bartolami propone di sostituire la categoria di bullismo, troppo neutra, con quella di harassment (molestia) includendo, cosi, la molestia verbale a sfondo sessuale o il blame shaming molto praticato nella violenza intra-genere.
Ma ridurre questa forma di bullismo alla sola violenza psicologica o alla calunnia e alquanto riduttivo, dato che non spiega l'aumento della violenza diretta all'interno delle scuole. Negli ultimi anni si sta verificando un cambiamento nelle pratiche femminili, a dimostrazione del fatto che e il substrato culturale a orientare determinati modelli da seguire in dipendenza dal genere, senza cadere nell'errore di trovare delle spiegazioni nella "naturale" predisposizione biologica delle donne. Beatrice Gusmano, analizzando la bibliografia prodotta in America latina e in Spagna, ha potuto constatare che le ragazze oggi "bullizzano" le loro coetanee anche con l'uso della forza fisica. La spiegazione risiede nel desiderio di ribellarsi dal fardello di "una profezia che si auto-avvera" prodotta dagli stereotipi di genere.
Il volume si conclude con la sezione "rappresentazioni" del bullismo femminile, che ha la finalitå di mostrare come questo dispositivo distruttivo viene socialmente narrato attraverso il coinvolgimento sia di alcuni canali di comunicazione di massa sia dando voce agli adulti, punti di riferimento per le giovani. In questa ultima parte Maria Teresa Trisciuzzi espone l'importanza assunta dalla letteratura per l'infanzia e l'adolescenza nella rappresentazione del bullismo femminile. Negli ultimi anni, l'editoria rivolta ai piü giovani si e fatta portatrice di messaggi importanti sul piano educativo, come il cambiamento nella rappresentazione delle eroine, non piü principesse ma esempi di bambine e ragazze che diffondono l'idea di un empowerment al femminile. Tra i titoli che affrontano il tema del disagio adolescenziale e del bullismo femminile e possibile citare Understandig girl bullying.and What to Do about it di Juluaine E. Field in cui, esponendo la problematica del bullismo femminile, il focus e sia sulla vittima di bullismo che sul disagio interiore della bulla. Lo spostamento dell'asse d'interesse nell'analisi delle motivazioni che spingono una ragazza a commettere bullismo non e un argomento molto affrontato in Italia e lo dimo- stra Mackda Ghebremariam Tesfau che riporta uno studio comparato tra Italia e Stati Uniti, condotto attraverso il sito web LMGTFY, Let Me Google That For You. Da questo motore di ricerca e emerso che negli Stati Uniti c'e una maggior attenzione rivolta al profilo della bulla, e non solo sulla vittima, come invece emerge dai siti italiani che affrontato il tema del bullismo femminile. Un altro aspetto che sembra non emergere all'interno dei pochi studi condotti e la rappresentazione di un bullismo femminile diretto. Sembra che tutto l'immaginario femminile sia costellato da elementi simbolici che richiamano all'agire in modo sotteso, in realtå come si e giå affrontato in precedenza un modus operandi diverso da quello maschile non implica una dicotomia dell'azione totalizzante.
Le studiose Giulia Rodeschi e Giulia Selmi propongono le rappresentazioni delle insegnanti del bullismo femminile. Dar voce alle testimonianze di chi opera nel contesto educativo permette di avere un resoconto piu dettagliato sulle trasformazioni culturali che hanno investito le modalitå con cui ragazze e ragazzi si atteggiano e si relazionano tra di loro. Dai loro studi emerge un taglio rappresentativo delle ragazze in linea con quanto affermato dalle altre studiose, come il carattere strettamente identitario del bullismo femminile, la peculiaritå di essere un fenomeno gendered che si differenzia da quello maschile seguendo uno gender script specifico e gendering in modo stabile le differenze di genere. Dalle risposte ottenute tramite delle interviste formulate alle insegnanti si evince che stiamo vivendo un aumento di casi di bullismo diretto tra le ragazze, come se loro "maschilizzassero" i loro comportamenti.
Anche questa volta, come in suoi precedenti lavori quali Mezzi maschi. Gli adolescenti gay dell'Italia meridionale. Una ricerca etnopedagogica (Mimesis, 2008) e Adolescenza e violenza. Il bullismo omofobico come formazione alla maschilita (Mimesis, 2012), Giuseppe Burgio ha editato un volume innovativo sul piano pedagogico, mettendo in luce una parte del disagio adolescenziale ancora molto poco esplorato. Molto buona anche la scelta di coinvolgere in questo tipo di lavoro studiose provenienti da vari ambiti disciplinari, che hanno dato un'ottima visione d'insieme al nuovo fenomeno al femminile, soprattutto nel campo del cyber-bullismo. In sintesi, Comprendere il bullismo al femminile. Genere, dinamiche relazionali, rappresentazioni non offre solamente un primo punto di partenza per chi gravita intorno al bullismo perpetrato dalle adolescenti, bensi e un volume da cui prendere avvio per future ricerche che potrebbero focalizzarsi maggiormente sul bullismo diretto al femminile nel contesto scolastico.
Antonio Raimondo Di Grigoli
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Abstract
Giuseppe Burgio (a cura di), Comprendere il bullismo al femminile. Genere, dinamiche relazionali, rappresentazioni, Milano, Franco Angeli, 2018.
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