Content area
Full Text
Per meglio comprendere il periodo di transizione della pittura veneziana tra Cinque e Seicento è difficile prescindere dalla caratterizzazione storica che ne offre Marco Boschini nella Breve Istruzione premessa alle Ricche Minere della pittura veneziana (1674). Dopo aver descritto le grandi personalità del Cinquecento, egli apre un breve capitolo intitolato Distinzione di sette Maniere in certa guisa consimili, osservando: "Da questi gran Maestri dell'arte sono poi derivati infiniti Pittori di moltissima stima, ed in particolare ce ne sono al numero di sette, che hanno osservato le pedate di tre, cioè di Tiziano, del Tintoretto e di Paolo Veronese, e per questa cagione tengono molta simpatia fra di loro. Il primo è Giacomo Palma il Giovane [...]; il secondo Leonardo Corona da Murano; il terzo Andrea Vicentino; il quarto Santo Peranda; il quinto Antonio Alíense; il sesto Pietro Malombra; il settimo Girolamo Pilotto".1 Nonostante le fonti comuni e le forti affinità linguistiche, ognuno di questi sette pittori possiede una forte vena individuale. Ci è parso perciò opportuno cominciare a comprenderne più puntualmente la fisionomia, e questo saggio offre un contributo su Andrea Michieli detto Andrea Vicentino, in riferimento particolare alla sua produzione di modelli, piuttosto significativa sia quantitavamente che qualitativamente. Allo sviluppo di una sua "maniera" corrisponde infatti un approccio originale dell'invenzione artistica, che prevede un ampio uso - sinora poco studiato - di studi tecnicamente rifiniti finalizzati ad opere iconograficamente uguali ma di dimensioni molto più grandi. Anzi, nel caso di Andrea Vicentino in materia di modelli o bozzetti abbiamo una casistica varia e complessa.
Dell'artista ci sono pervenuti pochissimi modelletti a chiaroscuro in carta, simili a quelli realizzati da Domenico Tintoretto e Jacopo Palma il Giovane2, mentre nella sua più ampia produzione di modelli su tela si possono distinguere quelli a grisaille e quelli eseguiti a colori. I modelli o bozzetti a colori possono essere più o meno rifiniti. In più, come ha giustamente puntualizzato Stefania Mason, possediamo di Andrea Vicentino parecchie opere che per dimensioni e per spontaneità d'esecuzione hanno l'aspetto di modelli, ma che ad un'osservazione più attenta paiono piuttosto dei "ricordi" o delle derivazioni.
Elenchiamo brevemente le opere già pubblicate appartenenti a queste categorie. Il rarissimo modelletto a chiaroscuro in tela che si trova ora al Minneapolis Institute of Art [Fig....