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Copyright Firenze University Press 2010

Abstract

Sempre a scopo cautelativo, aggiunge una seconda motivazione all'idea che ha appena espresso (aetiologia): il greco - afferma - è una lingua che offre infinite possibilità espressive, sia a livello di significante, sia di significato44, come avevano capito gli antichi retori; pertanto, per la sua corretta resa in traduzione, si renderebbero necessari ancora molto tempo e lavoro (v. 74). La supplica, a sua volta, poggia sull'encomium dell'opera donata, che si realizza attraverso una gradatio anche metaforica finalizzata a mostrare il progressivo manifestarsi della grazia di Dio nella storia attraverso i suoi intermediari: il dedicatario è ora definito anima amabile, onesta a Dio e regale, uomo glorioso al pari degli antichi imperatori, esempio di bellezza e sapienza per i sovrani a lui contemporanei, protagonista di gesta eroiche per i sovrani futuri, sovrano della Rus' ma degno di regnare su tutto l'universo; dopo averne esaltate le doti, il dedicante lo supplica di accogliere il libro, ispirato da Dio e dono di Dio; la grazia di Dio - spiega, infatti, - lo ha concesso agli uomini prima attraverso Davide, e poi ha illuminato (...) la sapienza ivi racchiusa ispirando gli esegeti, che ne hanno disseppellito il tesoro portandolo alla luce (...) Quindi, attraverso la stessa immagine metaforica offerta nel v. 94, è espresso l'auspicio "che un tale tesoro raccolto da Dio non sia nuovamente nascosto in forzieri, come in passato"51; se questa condizione sarà soddisfatta, allora "la grazia del sole razionale del Consolatore risplenderà su tutti in modo indiviso con i suoi raggi"52, la moltitudine degli ortodossi ne trarrà beneficio, la generazione presente benedirà il dedicatario-sovrano come suo benefattore, e il suo nome risuonerà imperituro sulla bocca di tutti (v. 97). 35 L'enumeratio introduce un'eulogia di entrambi, che si realizza attraverso alcuni procedimenti iperbolici densi di reminiscenze bibliche, e che motiva, in chiusura, una metastasis: per esegesi allegorica e per ortodossia, Basilio Magno e Giovanni Crisostomo superano tutti gli altri autori; hanno fama di sapienti e di santi; le qualità della loro esegesi sono universalmente note - "tutto il mondo, e il mare e le isole sono ricolmi della santità di quelli, e della sapienza e dell'intelletto che ricevettero in dono da Dio" (....) -; "non c'è nessuno che non abbia udito le loro trombe che saggiamente parlano" (...), e appare dunque superfluo attardarsi su questo punto (v. 44).

Details

Title
L'Epistola al gran principe di Mosca Vasilij III sulla traduzione del Salterio commentato di Massimo il Greco fra retorica classica e prassi umanistica
Author
Romoli, Francesca
Pages
365-383
Section
Forum
Publication year
2010
Publication date
2010
Publisher
Firenze University Press Università degli Studi di Firenze
ISSN
1824761X
e-ISSN
18247601
Source type
Scholarly Journal
Language of publication
Italian
ProQuest document ID
858020630
Copyright
Copyright Firenze University Press 2010