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NON SI PUO PARLARE DI NoVECENTO SENZA PARLARE DI AVANGUARDIE NÉ DI avanguardie senza parlare di Futurisme. Questa asserzione che sembra oggi scontata, quasi luogo comune della critica, non era tale trent'anni fa, quando la riscoperta e lo studio delle avanguardie storiche erano appena agli inizi. Oggi, la rilevanza assegnata dalla critica contemporanea ai movimenti di rottura di inizio secolo appare pienamente giustificata dalla profondità e dalla pervasività della loro influenza. Di fatto, è ormai di sicuro acclarato che, se Pavanguardia è il fenomeno culturale, artistico e letterario che meglio di ogni altro contrassegna il Novecento, il Futurismo, avanguardia delle avanguardie, occupa, entro il vasto sistema di rivolgimenti estetico-formali delineatosi all'inizio del secolo appena trascorso, un avamposto cruciale e insostituibile.
Il Futurismo, infatti, non solo ha rivoluzionato i linguaggi delle arti e perfino forme, comportamenti, modalità e scenari delle vita sociale: con la globalità di un complesso sistema culturale, ha anche dato un disegno inedito a quanto la cultura andava scoprendo in quell'inizio di secolo. Sistema disordinato, si è rivelato, in prospettiva, capace di "attirare ogni novità", e di esaltarla "con quella figura retorica dominante dello stile di Marinetti, l'iperbole, che caratterizza anche lo stile dell'estremismo novecentesco" (Pedullà 1999, 1:138-219). Il Futurisme, infatti, che propose la rivoluzione permanente dei contenuti e dei linguaggi, pur rappresentando un momento di frattura, un episodio strutturalmente inedito e un'awentura senza ritorno nella storia europea, proprio per le caratteristiche intrinseche della sua militanza, seppe anche assecondare, nella violenta opposizione a tutta la cultura contemporanea, le direzioni più interessanti e innovative di questa, raccogliendone gli spunti più vitali, anticipandone le esigenze e fecondando istanze latenti ancora inespresse.
Non è un caso che le maggiori personalità operanti nei primi decenni del Novecento siano spesso transitate attraverso il Futurismo né che nell'opera di alcuni scrittori che spiccano isolati per la loro grandezza si possano riscontrare echi o singolari concordanze con la poetica futurista. Da Montale a Gadda, dalla poesia ermetica alla neoavanguardia, sono molti gli autori che, sebbene per norma non assegnati al Futurismo, risultano in qualche modo tributari della sue pionieristiche ricerche e toccati, corne scossi o "dinamizzati", nel loro individuale percorso creativo, dalla sua inconfondibile energia, capace di creare un onnipervasivo "campo di tensione", che cortocircuita le idée, le elettrizza, provocandole...